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Per un gestore di un locale, decidere di installare un sistema di videosorveglianza che possa rilevare immagini all’interno e/o all’esterno, è ormai una consuetudine. Troppo spesso, si sente parlare di furti o ancor peggio di rapine, ed un po’ per paura per la propria incolumità, un po’ per proteggere il patrimonio aziendale, si adottano strumenti che possano facilitare la sicurezza. È stata la scelta adottata anche da un locale di Martina Franca che, attraverso il sistema di videosorveglianza, ha rilevato le immagini di due clienti che, dopo aver mangiato, sono scappati senza pagare.

Il ristoratore, a questo punto, ha tentato una strategia innovativa di sensibilizzazione verso tali illeciti: pubblicare l’immagine dei fuggitivi su Facebook con la simpatica dicitura: “Una sublime cena, ma per caso avete dimenticato di pagare?”. Ora a rischiare è proprio lui! Ma perché?

La normativa europea sulla protezione dei dati personali (GDPR) tutela l’immagine sanzionando chi ne fa un uso illecito attraverso la pubblicazione in rete, senza il consenso degli interessati, ovvero dei soggetti coinvolti nelle riprese. Se ne deduce che la condivisione di immagini rilevate da un sistema di videosorveglianza che consentono l’identificazione o l’identificabilità delle persone coinvolte, sia un atto illecito, fatta salva la possibilità di pixellare i volti per impedirne il riconoscimento.

È compito ora dell’autorità ispettive indagare sull’accaduto e valutare altresì se l’installazione delle videocamere all’interno del locale fosse consentita. Difatti, sono molteplici gli adempimenti richiesti al Titolare del trattamento delle immagini di videosorveglianza, compresa, in alcuni casi, la richiesta di autorizzazione a sindacati o ITL.

 

Per saperne di più:

Linee Guida sui trattamenti di videosorveglianza

 

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