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Il Comitato europeo per la protezione dei dati  (EDPB) ha prodotto una nuova versione  delle “Linee Guida sui Dark pattern nelle interfacce delle piattaforme dei social media: come riconoscerli ed evitarli”, introducendo alcune novità rispetto alla prima edizione del documento.

Facendo un passo indietro, i dark pattern sono delle modalità di design delle interfacce delle piattaforme social e dei siti volte ad indurre gli utenti ad assumere comportamenti e prendere decisioni in modo non pienamente consapevole, ad esempio facendo leva sulle emozioni della persona per spingerla a registrarsi ad un servizio.

Alcuni esempi? Avete in mente la X per chiudere un filmato pubblicitario resa trasparente, invisibile e in una posizione non convenzionale? Oppure prodotti correlati ad un acquisto che vengono inseriti in automatico nel carrello? Quelli sono escamotage per disorientare l’utente e portarlo a fare azioni non proprio consapevoli.

Per aiutare gli utenti a riconoscere ed evitare queste situazioni, l’EDPB ha aggiornato le sue Linee Guida, che già nel 2022 offrivano una serie di casi pratici per poter comprendere le modalità con cui sono costruite queste trappole destinate agli utenti di siti web e social network.

Tra le novità nella versione 2.0 del documento, si sottolinea come ad essere particolarmente vulnerabili a questo tipo di minacce siano i soggetti anziani e, più in generale, coloro che hanno difficoltà nell’utilizzo degli strumenti digitali; e si ricorda che, nel caso di cancellazione dell’account, il periodo in cui i dati sono conservati per permettere all’interessato di “cambiare idea” deve essere limitato e, per la sua durata, l’utente non deve essere continuamente spinto a riattivare l’account.

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