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Confiscate, per la prima volta, due banche dati in possesso di alcuni call center. Il provvedimento ha colpito quattro società che utilizzavano liste, illecitamente prodotte, per contattare interessati che mai avevano prestato il consenso all’attività di marketing.

Il provvedimento ha una portata innovativa dirompente, e rappresenta un segnale ben preciso che l’Autorità Garante ha voluto dare a tutti quelle aziende di telemarketing che operano in un regime di totale elusione delle prescrizioni codicistiche.

Il “sottobosco del telemarketing illegale” lo definisce il Garante: trattasi di quell’occulto reticolo di dati di contatto relativi a potenziali clienti che vengono illecitamente raccolti e scambiati ed entrano a far parte di database illegittimi, per poi esser utilizzati a fini di arbitraria promozione commerciale. Pratica scorretta, e notoriamente diffusa, che viola apertamente il codice di condotta del telemarketing.

Ci auguriamo che i riflettori puntati su questa vicenda e l’inedito provvedimento di confisca, siano una spinta promotrice verso un cambiamento strutturale di un sistema che persevera in attività lesive della privacy degli inermi consumatori.

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