sharenting

Con il neologismo “sharenting”, coniato negli Stati Uniti, si individua il fenomeno della costante condivisione (to share) on-line da parte dei genitori (parenting) di foto, filmati e contenuti relativi ai propri figli.

Il Garante, alla comprensibile voglia dei genitori di condividere un momento di felicità, tuttavia, contrappone la necessaria valutazione dei rischi che questa sovraesposizione comporta per i minori, con particolare riguardo alle conseguenze sull’identità digitale del minore e, inevitabilmente, ai danni che potrebbe arrecare sulla corretta formazione della sua personalità.

A ciò si aggiunga la possibile tensione che la condivisione di queste immagini rischia di creare tra genitori e figli. Con una sentenza del 23 dicembre 2017, infatti, il Tribunale di Roma, su richiesta del figlio sedicenne, ingiungeva ad una madre la rimozione delle immagini del minore che la stessa aveva insistentemente pubblicato sui propri social, pena il pagamento di una sanzione pari a diecimila euro.

Le inziative

Sulla scorta di tale principio, negli ultimi anni sono stati diversi i genitori costretti a disattivare i profili aperti a nome dei figli, nonché a rimuovere le foto pubblicate nelle pagine social. Addirittura, nel recente periodo, le disposizioni che regolano la gestione delle immagini dei minori sui social sono divenute una consuetudine davvero frequente nelle condizioni relative a separazione e divorzio dei coniugi.

In Francia, su iniziativa del Presidente Macron, potrebbe presto essere vietato di utilizzare l’immagine dei minori sui social; è, infatti, al vaglio del Parlamento l’introduzione del diritto alla privacy dei bambini nei confronti dei genitori, i quali non potranno più pubblicare scatti dei propri figli sui social network.

È, quindi, divenuto indispensabile che i genitori siano pienamente informati dei rischi a cui espongono i figli, nonché dei pregiudizi cui li sottopongono, soprattutto con specifico riferimento all’uso delle immagini in rete ai fini pedopornografici dei minori. Senza considerare i rischi connessi al cyberbullismo per i quali l’Autorità già aveva espresso gravi preoccupazioni nella Relazione annuale 2021 relativa allo stato di attuazione del Codice in materia di protezione dei dati personali.

Vademecum del Garante sul sharenting

Ecco, quindi, che il Garante ha redatto un vero e proprio vademecum, contenente una serie di suggerimenti ai genitori, per limitare la diffusione on-line di contenuti che riguardano i figli minori:

  • rendere irriconoscibile il viso del minore, attraverso programmi di grafica;
  • coprire i volti con emoticon;
  • limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social alle sole persone conosciute e affidabili;
  • evitare di creare account “dedicati” ai minori;
  • analizzare le informative sulla privacy dei social che si utilizzano.

È fondamentale tenere in considerazione ed attuare tali regole per limitare la pubblicazione di immagini che pur sembrando del tutto “innocue”, rischiano di fornire, nel lungo periodo, dettagli della vita personale dei minori, in grado di influenzare la loro personalità e la loro dimensione relazionale, nonché la loro sicurezza e tutela.

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