
Petizione per il ripristino di ChatGPT
11 Aprile 2023
Abbiamo già diffusamente parlato della chatbot Chat GPT, delle sue applicazioni pratiche e delle implicazioni a livello di privacy ed avevamo, altresì, informato rispetto al recente blocco dello strumento da parte del Garante; eppure la discussione è ancora particolarmente accesa, tanto da portare illustri esponenti del mondo accademico e imprenditoriale italiano a mostrarsi in aperto conflitto con tale provvedimento. Nello specifico, a schierarsi a favore dell’applicativo sono stati: Paolo Cellini, professore Ordinario del Dipartimento di Impresa e Magament dell’università Luiss; Marco Trombetti co-fondatore e CEO della società Translated, leader nell’offerta di servizi professionali di traduzione; Paola Bonomo, Vice-Presidente della Italian Angels for Growth (IAG), community di business angel, imprenditori e corporate che condividono competenze, capitali e impegno a supporto dell’innovazione e dell’imprenditorialità; Gianluca Dettori, chairman and partner della società Primo Ventures, società dedita all’investimento nel settore digitale e nella space economy.
L’appello, diffuso direttamente attraverso una petizione on-line, acclamerebbe a gran voce il ripristino del software creato da OpenAi la quale, recentemente, proprio alla luce del provvedimento si è detta disposta a collaborare con l’autorità italiana, al fine di addivenire ad una soluzione positiva rispetto alle criticità eccepite dal Garante.
Ebbene, attraverso la missiva che accompagna la predetta petizione, imprenditori ed accademici sottolineano come questo repentino blocco comporti gravi ed ingenti danni a cittadini, professionisti ed imprese che, a diversi livelli di sviluppo, hanno implementato tale tecnologia nelle proprie attività quotidiane.
Ma vi è di più. La petizione, infatti, non si limita a tale richiesta, spingendosi sino a richiedere la promozione di azioni utili a sollevare, in sede europea, una riforma strutturale della normativa sul trattamento dei dati personali, per molti ritenuta ostativa per la ricerca e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Il GDPR, infatti, a quasi nove anni dalla sua emanazione, sarebbe già ritenuto obsoleto e datato, in considerazione soprattutto dei recenti sviluppi tecnologici che l’intelligenza artificiale ha registrato. Disposizioni eccessivamente stringenti e interpretazioni rigorose da parte dei Garanti europei non permetterebbero, pertanto, un’efficace implementazione e sviluppo di tale strumento divenuto ormai essenziale per le tecnologie industriali e moderne.
Attendiamo ulteriori sviluppi sul punto.