videosorveglianza

Il governo australiano ha recentemente deciso di mettere al bando le videocamere di videosorveglianza di due produttori cinesi (Dahua e Hikvision), accusati di inviare le registrazioni alle Case Madri in Cina, partecipate con delle quote statali.

Il sospetto è che, anche se i sistemi lavorano a circuito chiuso, una volta collegate in rete siano in grado di comunicare le informazioni verso server ubicati nello Stato asiatico;  “Non possiamo sapere con certezza se le informazioni sensibili come sono immagini e audio che vengono registrati da questi dispositivi non vengano segretamente trasmessi in Cina contro gli interessi dei cittadini australiani”, così si è espresso il ministro australiano.

Il problema aveva già interessato Gran Bretagna e USA che hanno preso provvedimenti simili, ma la cosa riguarda anche l’Italia per gli impianti installati in luoghi strategici quali la sede RAI o l’aeroporto di Fiumicino, potenziali punti di accesso per un attacco informatico.

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