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Pochi giorni fa è stata approvata una nuova legge dal Parlamento francese. In che cosa consiste? Consentirà alla polizia di accedere a microfoni, cellulari, telecamere e qualsiasi altro dispositivo elettronico. Permetterà dunque di geolocalizzare computer portatili, automobili, smartwatch e tutto ciò che lo consentirà.

Proviamo a delineare i dettagli rispondendo a qualche domanda.

A chi si applicherà tale legge?

Tecnicamente si dovrebbe applicare soltanto a coloro che sono sospettati di crimini che prevedono una condanna di almeno cinque anni per atti illeciti legati al terrorismo o al crimine organizzato, questo quanto detto dal Ministro Dupond-Moretti.

Tutto ciò permetterà infatti, alle autorità, di accedere senza farsi notare, ai dispositivi e raccogliere informazioni come la creazione di contenuti, quali potranno essere una registrazione video in tempo reale, piuttosto che l’esecuzione di foto, il tutto eseguito in modalità “riservata”.

Chi sarà, invece, esente da tale legge?

La suddetta non sarà applicabile nei confronti di coloro che svolgono mansioni professionali sensibili, quali ad esempio medici, giudici, politici ecc…

Altra domanda che ci sovviene… esiste un limite al controllo da remoto?

Sì, la sorveglianza sarà limitata ad un massimo di sei mesi e dovrà previamente essere approvata da un giudice.

C’è chi ovviamente si è schierato contro tale approvazione di legge, come la sinistra francese e la società civile. La preoccupazione comune, infatti, riguarda la violazione delle libertà fondamentali e del diritto alla privacy, rischiando di cadere in situazioni di “abuso” di controllo.

L’ultima parola di Dupond specifica che tale sorveglianza sarà sicuramente utilizzata saltuariamente e che questo sistema potrebbe salvare delle vite.

Rimaniamo in attesa delle prime applicazioni e di nuove opinioni a riguardo.

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