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Vivendo in un’epoca ultratecnologica, è ormai molto frequente sulle automobili l’utilizzo di dashboard camera (o dashcam) in grado di immortalare splendidi paesaggi, riprendere particolari momenti trascorsi in compagnia oppure, come deterrente per la prevenzione di reati o come testimonianza di eventuali sinistri.

Tutto ciò è lecito?

La risposta è “dipende” dall’utilizzo che se ne fa e si deve tener in considerazione che se si effettuano delle registrazioni, ci si potrebbe trovare a memorizzare, per esempio, volti e targhe di mezzi di trasporto; e quindi dati personali.

Pertanto, l’approccio da utilizzare è certamente cautelativo, legato al rispetto dei principi sanciti dal GDPR che tutela proprio i dati personali delle persone fisiche.

In tal senso, la problematica si ravvisa nella questione della diffusione su spazi virtuali e/o social media delle riprese effettuate con la dashcam.

Ai sensi del GDPR per poter procedere alla diffusione di dati di terzi, è necessario acquisire libero, inequivocabile e formale consenso, da parte dei soggetti ripresi e solo allora il contenuto potrà esser diffuso; all’uopo si ricorda che la ricezione del consenso dev’esser dimostrabile alle Autorità preposte.

In alternativa, qualora si volesse procedere alla diffusione senza consenso, apparirà pacifico ed evidente che quei dati personali di terzi devono essere oscurati anche utilizzando ad esempio i pixel, se dal caso, di modo da rendere i dati personali non riconducibili ad un soggetto individuabile e/o individuato e quindi tutelando la sua privacy.

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