
Confidenze poco riservate
27 Marzo 2023
È di pochi giorni fa la notizia di un data breach riguardante una startup americana (Cerebral) che collega persone afflitte da ansia e depressione con professionisti della salute mentale tramite videochiamate; i responsabili si sono accorti che dal 2019 l’app condivideva informazioni, anche particolari legate ad attacchi di panico o abuso di alcol, attraverso i pixel di terze parti riconducibili a social network e altri colossi.
L’esposizione di questi dati personali ha coinvolto oltre 3 milioni di interessati che all’inizio della pandemia Covid-19 cercavano un supporto psicologico online. Il portavoce dell’azienda californiana ha rassicurato gli utenti dichiarando di aver disabilitato gli strumenti di tracciamento che condividevano i dati, ma come succede spesso, si chiude il recinto quando i buoi sono scappati…
Il consiglio è sempre quello di leggere bene le informative privacy prima di accettare un servizio, evitando clic frettolosi che autorizzano qualsiasi trasferimento di informazioni a terzi.