
5 domande per capire cos’è il Whistleblowing
20 Marzo 2023
Il Decreto Legislativo n. 24, de 10 marzo 2023 recepisce la Direttiva UE 2019/1937, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Union, conosciuta come “direttiva Whistleblowing”. Di seguito i principali punti per capire a cosa serve e chi è tenuto alla sua osservanza.
A cosa serve il Whistleblowing?
La direttiva whistleblowing permette di segnalare un illecito di cui si viene a conoscenza nel proprio ambiente lavorativo. Gli illeciti da segnalare possono essere illeciti amministrativi, violazione del diritto italiano ed europeo.
Come segnalare?
Attraverso le seguenti modalità:
- Canali di segnalazione interna, che garantiscano l’anonimato della persona segnalante così come delle persone coinvolte, nonché la confidenzialità della propria segnalazione.
- Canali di segnalazione esterna (ad esempio, ANAC – Autorità nazionale Anti corruzione). I canali di segnalazione esterna possono essere attivati qualora nella propria organizzazione non sia possibile prevedere quella interna oppure quando la segnalazione interna possa dare adito a ritorsioni nei confronti del lavoratore, o ancora, se la violazione può costituire un pericolo per il pubblico interesse.
Chi può segnalare?
Dipendenti o collaboratori; lavoratori subordinati e autonomi; liberi professionisti; volontari e tirocinanti anche non retribuiti; soci, azionisti e amministratori, direttivi, organismi di controllo, vigilanza o rappresentanza; colleghi, parenti o affetti stabili di chi ha segnalato
Chi ha l’obbligo di adempiere alla direttiva Whistleblowing?
- Settori regolati, dove la normativa prevede già l’esistenza di canali di segnalazione interna
- Enti e società Pubbliche
- Aziende che durante l’ultimo anno hanno impiegato la media di almeno 50 lavoratori con contratto a tempo indeterminato o determinato.
Quando sarà in vigore il decreto?
Il Decreto è in vigore a partire dal 15 luglio 2023, salvo per l’attivazione dell’obbligo di un canale interno nelle aziende con una media uguale o superiore a 50 dipendenti ed inferiore a 250, che avranno tempo fino al 17 dicembre 2023 per uniformarsi alle nuove disposizioni normative.
Il mancato adempimento della normativa potrà comportare una sanzione amministrative da 500 a 50,000 €.