ATTENZIONE! ARTICOLO REDATTO PRIMA DELL’INTRODUZIONE DEL GDPR

In questo articolo parleremo di WORLD CHECK – il famoso database fondato a Londra nel 2020 da David Leppan.

Nella società descritta da George Orwell, ogni individuo è continuamente sottoposto al controllo delle autorità.

Il World Check si pone in un contesto orwelliano ed è un’enorme banca dati online, venduta da Thomson – Reuters, società operante nel settore del risk – management, che raccoglie dal 2001 i dati di milioni di persone.

Le notizie pubblicate sul database derivano da fonti pubbliche, come:

  • Tribunali,
  • Questure,
  • Dipartimenti di Pubblica Sicurezza,
  • Siti web governativi,
  • Giornali e media nazionali e internazionali

e costituiscono la base per poi calcolare il rischio nelle relazioni imprenditoriali ed interpersonali.

 

Un database completamente confidenziale

Il sottogruppo “materie finanziarie” del Gruppo di Lavoro ex Art. 29 (organismo consultivo composto da un rappresentante delle autorità di protezione dei dati personali di ciascuno Stato membro), a seguito delle preoccupazioni delle Autorità Garanti dei paesi europei, si è riunito per valutare ed esprimere un parere su World Check. 

Da tale incontro è emerso che esistono, in Inghilterra, in Belgio ed in Italia, tre istruttorie aperte su questa banca dati.

Il problema riguardante World Check deriva dal fatto che è un database completamente confidenziale: chi viene inserito in questa banca dati non ne è a conoscenza, se non nel momento in cui si vede chiuso il conto in banca oppure quando non riesce ad accedere al mutuo. I dati, una volta raccolti, sono utilizzati per la creazione di profili molto dettagliati e collegati tra loro riguardanti relazioni con società e intermediari.

Per ogni soggetto schedato è presente un casellario giudiziale con i precedenti penali che però non viene aggiornato alle vicende giudiziarie più favorevoli, a dispetto dei diritti all’identità personale ed all’oblio (diritti dell’interessato previsti dagli articoli da 15 a 22 e dall’art. 34 del RGPD). Le informazioni poi sono vendute tramite un e-store online, presente sul sito World Check, a tutti i privati che ne facciano richiesta.

L’archivio costituisce il più grande business che si possa fare con la privacy delle persone fisiche e giuridiche e i principali utilizzatori di questo sistema sono banche e istituti finanziari.

 

Circa i profili di liceità di World Check

La prima domanda da porsi è:È lecito questo contenitore di notizie?

La risposta è abbastanza semplice e risiede nel fatto che le società raccolgono sì i dati all’interno del nostro territorio, ma il trattamento non avviene direttamente in Italia, altrimenti lo stesso soggiacerebbe alla normativa sulla privacy (D.Lgs n.196/2003). Sarebbe perciò necessaria un’autorizzazione del Garante della privacy ed inoltre ogni cittadino, avendo il diritto di accesso alla banca dati, potrebbe richiederne la cancellazione.

La Thomson – Reuters essendo al di fuori del territorio italiano ed europeo, non è soggetta a tale regolamentazione e di conseguenza riuscirebbe ad eludere il blocco normativo, facendo leva sulle diversità delle legislazioni.

World Check si candida dunque ad essere l’archivio più ambito per chi fa affari, per ottenere preventivamente un’analisi sull’affidabilità del soggetto con cui negozia.

Chiunque può chiedere alla Thomson Reuters di sapere se è schedato in World-Check, quali informazioni contiene il database e lo status dell’aggiornamento. Per farlo, è necessario inviare un’email a contact@world-check.com.

 

NOTA: il presente articolo è redatto da MONDO PRIVACY – Consulenti per la Privacy – e cita le fonti utilizzate. Lo scopo è di tipo informativo. Mondo Privacy e il World Check NON sono in alcun modo collegati.

Fonti: [Repubblica, Thomsonreuters]

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