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Secondo i dati  I.Stat, il 98 % dei minori di 14 anni navigano regolarmente su internet e circa il 63% utilizza internet tutti i giorni. Ma, quanti di loro lo fanno in un modo sicuro?

Oggi vi parliamo dei pericoli che trovano i nostri bambini e ragazzi quando utilizzano internet e vi forniamo alcuni consigli per minimizzare i rischi e come agire se il bambino è stato vittima di comunicazione o diffusione illecita dei suoi dati personali.

Introduzione

Il trattamento dei dati dei minori richiede una vigilanza speciale, poiché si tratta di una persona più vulnerabile che non è ancora completamente formata. I dati dei minori sono dati sensibili e, tenendo conto del considerando 38 del Regolamento generale sulla protezione dei dati, ” I minori meritano una specifica protezione relativamente ai loro dati personali, in quanto possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia interessate nonché́ dei loro diritti in relazione al trattamento dei dati personali (…)”

Secondo dati I.Stat, il 98 % dei minori di 14 anni navigano regolarmente su internet e circa il 63 % utilizza internet tutti i giorni. Se aumentiamo la fascia di età a 16 e 17 anni, circa il 93% utilizza questo strumento ogni giorno.[1] Tuttavia, non sappiamo quanti di loro utilizzano social media e quanti contano sulla supervisione dei suoi genitori, ma siamo totalmente sicuri che durante l’utilizzo di internet – inclusi i social network- i minori siano sottoposti a richieste di consenso e a contenuti inappropriati per la loro età.

Essere consapevoli dei rischi che i nostri bambini affrontano ogni volta che accedono ad internet è il primo passo da compiere per salvaguardarli. Nel presente articolo parliamo dei pericoli che corrono quando usano Internet e vi diamo alcuni consigli su come ridurre al minimo questi rischi e come agire nel caso di comunicazione o diffusione illecita dei dati personali del bambino.

 

Minori, privacy e internet: cosa sapere

Età di consenso

Come sappiamo, il consenso è una delle basi che legittimano il trattamento dei dati personali e può essere definito come una manifestazione di volontà, libera, specifica, informata e inequivocabile attraverso la quale l’Interessato accetta il trattamento dei dati personali. Questa manifestazione può avere luogo attraverso una dichiarazione o una chiara azione affermativa.

Secondo quanto previsto dall’art. 8 GDPR, intitolato “Condizioni applicabili al consenso dei minori in relazione ai servizi della società dell’informazione” e dall’art. 2 quinquies del Codice privacy, il minore che ha compiuto i 14 anni può esprimere il consenso al trattamento dei propri dati personali in relazione ai servizi della società dell’informazione, salvo che esista una norma specifica che indichi l’obbligo dei genitori o tutori legali, e, ove il minore abbia un’età inferiore ai 14 anni, tale trattamento sarà lecito soltanto se e nella misura in cui tale consenso sia prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale, ovvero, dal genitore o tutore legale.

Di conseguenza, per l’accesso ai social network dei minori di 18 anni sarebbe necessario rispettare quanto previsto nella legge privacy per il consenso minori, ma anche per i minori di 14 anni, per i quali sarebbe necessario un consenso degli esercenti della responsabilità genitoriale. Infatti, in questo senso, nel 2021 il Garante Italiano ha iniziato una campagna di sensibilizzazione intitolata “Se non ha l’età, i social possono attendere”, per evitare l’iscrizione di minori di 13 anni a queste piattaforme.

In aggiunta, sarà il Titolare del trattamento che dovrà verificare, in tali casi, che il consenso sia prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale sul minore, in considerazione delle tecnologie disponibili.

In base a quanto detto sopra, se non c’è un consenso informato e il Titolare del trattamento non ha verificato che questo consenso sia stato acquisito dalla persona interessata, non potrà svolgersi il trattamento. Questa regola è da applicare a tutti i servizi Internet: dal semplice utilizzo di una pagina web con cookies, all’utilizzo di piattaforme o App di gioco e, soprattutto, dei social network, dove avviene un chiaro trattamento dei dati personali dei minori.

Internet e Social Network

Come abbiamo anticipato, per poter trattare i dati personali dei minori, i fornitori di servizi web e social network devono provvedere a dare un’informazione sufficiente e chiara e devono ottenere il consenso nel modo idoneo. Purtroppo, molto spesso, vengono segnalati trattamenti illeciti dei dati dei minori da parte dei social come TikTok e Facebook.

TIKTOK MULTATA PER 345 MILIONI

Quando un bambino usa Internet, fornisce una grande quantità di informazioni sensibili su di sé, costruendo l’immagine che gli altri troveranno di lui online: la sua identità digitale. Quanto detto, unito al possibile accesso da parte dal minore a contenuti inappropriati pubblicati in internet, destano preoccupazioni frequenti per i genitori in un mondo sempre più connesso che oramai prevede l’utilizzo di dispositivi intelligenti fin dalla più tenera età.

Al contrario di quanto può sembrare logico, l’accesso a contenuti inappropriati da parte dei minori, in molti casi, avviene attraverso un’esposizione “accidentale” mentre il minore sta svolgendo una qualsiasi attività in internet (e non dopo una ricerca esplicita da parte del minore). Infatti, attraverso internet i bambini possono avere accesso a immagini o video con contenuti inadatti e violenti, illegali nonché pericolosi che possono portare a rischi per la salute o a cattive abitudini dei minori.

I bambini sono più vulnerabili se si trovano di fronte a informazioni che non sono in grado di gestire o alle quali non sanno come reagire, come contenuti pornografici o violenti. Possono trovarli troppo complessi e persino inquietanti.

Quali sono i pericoli per i bambini

ll principale rischio che può comportare una gestione scorretta dei dati personali in internet è la perdita di privacy e la pubblica divulgazione dei dati dei minori, ma non solo. La diffusione dei dati personali può anche implicare:

  • Danni alla reputazione del bambino e danni alla salute. L’esposizione di dati personali potrebbe influenzare negativamente l’immagine che il minore offre agli altri su Internet. Questa circostanza può portare a una bassa autostima nel bambino e, con essa, a situazioni di vulnerabilità che possono portare a disturbi alimentari (anoressia e bulimia), a comportamenti autolesionistici o all’uso di droghe.
  • Rischi per la sicurezza personale. La pubblicazione di informazioni sui luoghi in cui il minore vive (ad es. indirizzo di casa, la scuola che frequenta o le attività ricreative abituali), gli orari o le routine possono causare problemi al minore, in quanto rendono più facile la localizzazione fisica di quest’ultimo.
  • Il Cyberbullismo è un tipo di bullismo che si verifica tra minori e in cui i media digitali vengono utilizzati per danneggiare la vittima, consapevolmente e ripetutamente nel tempo. Questa pratica può assumere diverse forme (scherzi, umiliazioni, insulti, diffusione di menzogne e pettegolezzi, impersonificazione della vittima per ridicolizzarla, chiusura dei suoi account con false accuse sui social network, pressione dei pari per isolarla). Dobbiamo essere consapevoli che quanto più intima è l’informazione personale diffusa su internet, tanto più grave diventa il fenomeno. Per questa ragione, è comune che questi casi generino gravi conseguenze psicologiche nel minore, danneggiando l’autostima delle vittime e la loro capacità di relazionarsi con gli altri, e talvolta portando persino alla depressione o all’ideazione suicida.
  • Sexting. Questa pratica rischiosa consiste nell’inviare contenuti intimi a un’altra persona tramite Internet, come immagini o video, perdendone il controllo in quel momento.
  • Grooming. Con questa parola si definisce la circostanza in cui un adulto cerca di stabilire una relazione con bambini o adolescenti attraverso Internet con intenzioni sessuali. L’approccio di solito include episodi di ricatto. L’adulto utilizza le informazioni intime del minore come elemento di estorsione, in modo che il minore acconsenta ai suoi desideri sotto la minaccia di rendere pubbliche tali informazioni. Di solito il contatto tra le due parti inizia attraverso qualche servizio Internet, preferibilmente social o piattaforme di gioco. Questi servizi sono molto utilizzati dai bambini e tutti dispongono di funzionalità di chat per la conversazione.
  • Perdita economica. Le informazioni private pubblicate possono fornire indirettamente dati necessari per aprire la strada a ladri e criminali che tentano frodi o furti di denaro e ulteriori dati. Inoltre, le informazioni pubblicate possono fornire dati per l’accesso a conti bancari e commerciali online.

 

Come proteggere i minori? Ecco alcuni consigli

Per poter proteggere i nostri bambini, innanzitutto, dobbiamo prestare attenzione a ciò che facciamo noi in primis. I bambini imparano dal nostro esempio.  Quindi, se vogliamo che i nostri figli imparino ad utilizzare la tecnologia in modo consapevole, è importante che vedano gli adulti fare lo stesso.  Insieme a ciò, i genitori possono seguire le seguenti regole al fine di minimizzare i rischi collegati ad uno scorretto uso dei dati personali:

  • Educazione e comunicazione. La famiglia ha un ruolo chiave per educare i minori sul valore della privacy, sia per la propria che per quella degli altri, incoraggiando un uso più attento e meno impulsivo delle informazioni personali. Educare i minori sui rischi che le nuove tecnologie possano comportare sulla loro vita privata e sulla loro sicurezza mostrandogli le misure a disposizione per mettere in salvo i loro dati ed evitare o minimizzare questi rischi, sarà fondamentale per preservare la loro integrità.Una buona linea guida per l’uso di Internet è “Pensare prima di condividere”, ovvero, insegnare ai bambini che prima di condividere informazioni personali proprie o di terzi devono anche riflettere su cosa penserà chi lo vede, come potrebbe usarle e alle possibili conseguenze della diffusione delle immagini poiché potrebbe portare a qualsiasi tipo di violenza (ad esempio cyberbullismo, grooming, sexting, violenza contra le donne…). Inoltre, quando parliamo di dati personali di altre persone, il bambino deve sapere se l’Interessato ha acconsentito a condividerli.
  • Controllo dell’utilizzo di internet. Utilizzare sistemi operativi, provider di Internet e terze parti che forniscono opzioni di controllo parentale per monitorare l’uso dei dispositivi mobili sono una misura iniziale per minimizzare i rischi collegati all’uso di Internet. Dipendendo del device, il controllo parentale permette al genitore di monitorare o bloccare l’accesso a diverse funzionalità e App, così come il filtraggio dei contenuti, impostare limiti di tempo di utilizzo, conoscere i dettagli sull’uso dei social network, la posizione GPS, ecc.Ad oggi, tutti i sistemi operativi (Android, Apple, Windows, Linux…) incorporano strumenti di controllo parentale, ma non solo! Ci sono anche browser, launcher e App che dispongono di versione per bambini, così come SmartTV e console di gioco. Di seguito vi elenchiamo alcuni esempi.
    • Iniziamo con Windows e col controllo parentale disponibile nei suoi strumenti. Quest’azienda ha messo a disposizione il programma Windows Live Family Safety, una sorta di antivirus che estende il controllo al web e fornisce il report di ogni azione compiuta dalla persona che accede al computer.
    • Per quanto riguarda i motori di ricerca e App, presentano un’opzione di facile e veloce impostazione per evitare l’accesso dei minori a contenuti inappropriati per la loro età. In più, sono considerabili alternative poco invadenti della privacy del minore. Tuttavia, il loro utilizzo viene consigliato solo se il minore utilizza il device sotto supervisione diretta di un adulto poiché cambiando il motore di ricerca/App il minore potrebbe evitare le restrizioni.
    • Altri esempi sono Kiddle o YouTube for Kids che restringono la ricerca di video o App con contenuto esclusivo per bambini, attraverso l’utilizzo di Google SafeSearch, oppure l’App Kids Place che, attraverso la selezione preventiva dei contenuti a cui il minore può accedere, crea un ambiente protetto in cui può muoversi autonomamente.
    • Se, invece, si cerca di controllare cosa sta facendo il proprio figlio quanto utilizza Internet, il software Care4Teen è lo strumento adeguato dato che consente ai genitori di controllare l’accesso alle attività online dei loro figli, che ha anche funzionalità remote, in modo da poter effettuare il login in qualsiasi momento per vedere che cosa sta facendo il proprio figlio quando è in linea. Inoltre, esiste il sistema di reportistica YuControl, che consente di essere informati in tempo reale e/o periodicamente sulla navigazione web effettuata dal minore.
  • Informative Privacy e preferenze. Gli strumenti di controllo parentale non sono infallibili; per questa ragione si rende necessario leggere i termini e le autorizzazioni di ciascun servizio per sapere se sono appropriati o se rappresentano una minaccia per la privacy. Infatti, conoscere e scegliere lo strumento più adatto alle vostre esigenze e impostare le preferenze privacy e di sicurezza in modo appropriato vi serviranno per evitare di introdurre nuovi rischi. Inoltre, sarà necessario informarsi sui periodi di conservazione dei dati e controllare i permessi di privacy di ogni applicazione, per evitare di pubblicare informazioni indesiderate e che i dati vengano utilizzati per scopi diversi da quelli necessari. Ad esempio, molte applicazioni collegano il nostro account utente con altre applicazioni come giochi oppure diverse social network.
  • Controllo dei contatti e degli amici. È frequente che i bambini aggiungano ai loro social network persone che non conoscono veramente, il che significa che le loro informazioni finiscono nelle mani di perfetti sconosciuti. È importante promuovere un elenco di contatti sicuro, in modo che possano controllare con chi condividono le informazioni.
  • Limitare l’utilizzo dei dispositivi connessi a Internet da parte dei bambini ed evitare di utilizzare computer/rete internet pubbliche se si intende gestire informazioni sensibili o private. Tuttavia, se lo si fa, si consiglia di utilizzare l’opzione di navigazione privata del browser, di non salvare le password e di disconnettersi dai servizi al termine della sessione per evitare che chiunque utilizzi il computer possa accedere alla vostra posta elettronica, ai social network, all’online banking, ecc.

 

Cosa fare se accade un episodio negativo?

Innanzitutto, mantenere la calma e poi, rivolgersi al Titolare del trattamento (cioè, al gestore del sito o del social in cui i dati sono stati pubblicati) per chiedere la cancellazione dei dati. Ricorda che la richiesta può essere fatta direttamente dal minore se ha più di 14 anni, o altrimenti dai suoi genitori.

Se il titolare non risponde entro 24 ore e non cancellano i contenuti entro 48 ore dalla richiesta, le Autorità garanti per la protezione di dati hanno aperto canali di denuncia e altre risorse per poter agire al più presto possibile su un trattamento illecito riguardante dati personali dei minori.

In questo senso, il Garante italiano ha messo a disposizione degli utenti un modello di reclamo generico (disponibile qui) da inviare a protocollo@pec.gpdp.it, e uno ulteriore per la tutela di minori vittime di cyberbullismo (disponibile qui) da inviare a: cyberbullismo@gpdp.it

 

 

Fonti: Vademecum Garante Italiano: MINORI E NUOVE TECNOLOGIE – Consigli ai «GRANDI» per un utilizzo sicuro da parte dei «PICCOLI»  MINORI E NUOVE TECNOLOGIE – Consigli ai «GRANDI» per un utilizzo sicuro… – Garante Privacy

Scheda informativa sul cyberbullismo pubblicata dal Garante Italiano: Cyberbullismo – Garante Privacy

Vademecum Autorità Spagnola di Dati Personali:  “Proteccion del menor en internet – Evita el contenido inapropriado preservado su privacidad” https://www.aepd.es/sites/default/files/2020-04/nota-tecnica-proteccion-del-menor-en-internet.pdf

Sito web dell’Istituto Nazionale di Statistica e dell’Istituto spagnolo di cybersicurezza

[1] Dati pubblicati nella banca dati del a nuova banca dati IstatData per l’anno 2022 disponibili nel link Internet: accesso e tipo di utilizzo (istat.it)

 

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