garante privacy

Quante volte abbiamo sentito nominare il Garante Privacy?

Negli ultimi anni, sempre più spesso, abbiamo imparato a conoscere questa figura in relazione a casi di cronaca oppure per decisioni inerenti a proposte governative. Nello specifico, possiamo facilmente ricordare i suoi interventi in merito all’applicazione di tracciamento Immuni e le indicazioni fornite recentemente riguardo al cd. Green Pass.

Ma vediamo di capire chi è e quali compiti svolge.

Si tratta di un’autorità indipendente, competente a controllare l’applicazione delle disposizioni normative sulla protezione dei dati personali, al fine di garantire la tutela dei diritti delle persone.

L’istituzione risale al 1996, con la legge n. 675/1996, per mezzo della quale si è provveduto a dare attuazione alla direttiva comunitaria 95/46/CE (cd. “Direttiva Madre”). Il primo Presidente del Collegio dell’Autorità Garante è stato Stefano Rodotà, illustre studioso e giurista, impegnato da sempre nella promozione dei diritti fondamentali delle persone. La sua visione pionieristica sui temi della tecnologia e della democrazia ha contribuito alla creazione di una società più libera e più tutelata, in particolare modo sotto il punto di vista della riservatezza degli individui.

 

Nomina e mandato

Innanzitutto, è fondamentale ricordare che il Garante per la protezione dei dati personali non è una persona fisica, bensì un organo collegiale composto da quattro membri.

Il Collegio è eletto dal Parlamento italiano, due componenti sono eletti dalla Camera e due dal Senato. La procedura di selezione si basa su coloro che abbiano presentato la propria candidatura almeno 30 giorni prima della nomina.

È fondamentale che i soggetti nominati garantiscano indipendenza e comprovata esperienza nel settore della protezione dei dati personali, nonché abbiano conoscenze approfondite di diritto e informatica.

I membri rimangono in carica per un mandato non rinnovabile di sette anni. L’attuale Collegio è stato eletto il 14 luglio 2020, dopo più di un anno dalla scadenza del precedente mandato. Dal giugno 2019, infatti, c’è stato un susseguirsi di proroghe, che ha consentito soltanto lo svolgimento degli atti di ordinaria amministrazione e di quelli indifferibili e urgenti. Questa situazione si è creata per un inattivismo da parte del Parlamento, il quale non ha proceduto alla calendarizzazione del rinnovo per parecchi mesi.

I componenti del Collegio sono poi chiamati a eleggere nel loro ambito un Presidente, il cui voto prevale nelle decisioni in caso di parità. L’attuale Presidente è Pasquale Stanzione, giurista italiano, eletto all’unanimità dagli altri membri del Collegio.

 

Compiti principali

I compiti attribuiti al Garante sono esemplificati sia all’art. 57 del GDPR sia all’art. 154 del D.lgs. 196/2003.

Quelli più importanti includono:

  • Controllo di conformità dei trattamenti effettuati dal Titolare e dal Responsabile
  • Esame dei reclami ricevuti dagli interessati
  • Adozione di regole deontologiche
  • Approvazione di codici di condotta
  • Adozione di provvedimenti correttivi e/o sanzioni amministrative
  • Consulenza a organismi e istituzioni in merito a proposte legislative e amministrative
  • Tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone

Inoltre, il Garante è tenuto a effettuare attività di sorveglianza, controllo e assistenza in materia di trattamento dei dati previste da altri atti dell’Unione europea o da accordi internazionali, quali, ad esempio, quelli relativi a Schengen, Europol, Sistema di Informazione visti (VIS) e alla Convenzione 108 del Consiglio d’Europa.

 

Le sfide future

I compiti e le sfide che l’Autorità Garante dovrà affrontare saranno cruciali per lo sviluppo della nostra società, ormai incontestabilmente digitale.

Sarà essenziale promuovere la consapevolezza delle persone per i rischi legati al trattamento dei loro dati, sensibilizzando e favorendo la conoscenza delle norme e dei diritti esercitabili da ognuno di noi.

Questo è il primo passo per creare un’informazione di ampio raggio e una vera e propria cultura della privacy, indispensabile per proteggerci da un uso indiscriminato delle nuove tecnologie (Big Data e Intelligenza Artificiale, in primis) nei contesti della sorveglianza di massa, della blockchain, della robotica e di tutto ciò che concerne l’industria 4.0.

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