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Il 28 gennaio di ogni anno si celebra il Data Protection Day, istituito dal Consiglio d’Europa nel 2006.

Cosa si festeggia nel Data Protection Day?

Il 28 gennaio del 1981 a Strasburgo è stato firmato il primo trattato internazionale per la protezione dei dati.

Il documento aveva lo scopo dichiarato di “garantire, sul territorio di ciascuna Parte, ad ogni persona fisica, quali che siano la sua nazionalità o la sua residenza, il rispetto dei suoi diritti e delle sue libertà fondamentali, e in particolare del suo diritto alla vita privata, in relazione all’elaborazione automatica dei dati a carattere personale che la riguardano («protezione dei dati»)

La sua importanza è data dal fatto che ha posto le basi per tutte le successive disposizioni in materia di legge privacy e protezione dei dati, in particolar modo per l’attuale GDPR – Regolamento Europeo per la protezione dei Dati.

La versione originale è ovviamente stata oggetto di alcuni aggiornamenti come quello definito dal protocollo del 2018. Pur restando ferme le basi di partenza, è stata necessaria l’integrazione di aspetti legati alle nuove tecnologie che negli ultimi 40 anni hanno subito un’evoluzione senza precedenti.

Nel 2021 la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić ha dichiarato: “La Convenzione è diventata uno strumento importante di rilevanza mondiale per proteggere il diritto delle persone alla protezione dei dati creando uno spazio giuridico comune per i 55 stati contraenti […].

Lo scopo del Data Protection Day

Lo scopo di questa giornata è quello di mantenere viva l’attenzione sull’importanza del concetto di protezione dei dati, coinvolgendo il pubblico, le scuole e le organizzazioni attraverso eventi e conferenze di sensibilizzazione.

Il Garante italiano, per l’occasione, ha realizzato un’iniziativa legata ai giovani dal titolo “Visibili o sorvegliati? La vita nella Rete”. Lo scopo è quello di monitorare lo stato della presenza on line di minori e giovanissimi al fine di tutelarli. I dati riportati dall’Autorità evidenziano che 2 ragazzi su 3 hanno un account social prima dell’età consentita e che le varie applicazioni e App vengono spesso installate senza leggere le condizioni di servizio, comprese le policy di tutela della privacy e dei propri dati. Bisogna dunque puntare a rendere i ragazzi consapevoli dei rischi da cui è necessario proteggersi.

Da non trascurare, infine, il ruolo degli addetti ai lavori che hanno l’importante compito di monitorare lo stato di applicazione delle normative in materia di protezione dei dati per far sì che possano rimanere al passo coi tempi e con l’evoluzione delle tecnologie: internet, biometria, cloud, sanità, trasferimento e, nel prossimo futuro, il tanto dibattuto Metaverso, il grande spazio virtuale in cui potremmo essere tutti immersi a partire già dal 2022.

 

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